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Recensioni della mostra

 

In questi anni, grazie all'intelligente impegno della biblioteca comunale e della galleria civica, abbiamo accolto, tra i tanti artisti ospiti, diversi nostri concittadini che particolarmente si sono distinti nel campo dell'arte. Santo Palmeri, misterbianchese, impegnato, da sempre particolarmente attento alla divulgazione della fotografia tra i giovani, è uno di questi. Sono sicuro che con i suoi scatti riuscirà a lasciare un tangibile segno che ricorderemo tra quelli già tracciati nel prolifero carnet della biblioteca e della galleria civica Pippo Giuffrida.

Nino Di Guardo - Sindaco

 
 

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Parlare di Santo Palmeri come "fotografo" potrebbe forviare; Santo infatti rappresenta, a mio parere, ciò che l'animo artistico di ogni uomo che non si assopisce riesce a creare nella sua forma più primordiale, più pura, più vera. Parlare di Santo Palmeri come artista mi sembra l'espressione più congeniale e vicina a ciò che con lo scatto Santo vuole comunicarci. Ciò che è stato. Ciò che è. Ciò che sarà. Tutto raffigurato nella sua originalità, essenza, naturalità. L'occhio sensibile dell'artista riesce a scrutarlo con discrezione, ma senza rinunciare ad una presenza impalpabile ma sincera, innamorata. La scelta dello strumento macchina fotografica ecco che diventa il pretesto vocazionale per esprimere per esprimere al meglio il desiderio di trasmettere qualcosa di fortemente sensazionale ed emotivo. Più che le sue fotografie accogliamo con piacere nella nostra biblioteca civica lo straordinario occhio artistico di Santo Palmeri.

Antonio Biuso - assessore alla cultura

 
 

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Le fotografie di Santo Palmeri costituiscono una sorta di "sinapsi emozionale" tra occhio, mano e sentimento e trasmettono, con chiarezza, l'emozione che l'artista, con spontanea istintività, prova. La tecnica è quella della fotografia classica - l'immagine per l'immagine -nella più tradizionalistica sua realizzazione e fa passare con linguaggio inequivocabile ciò che l'obiettivo "vede". Gli sconvolgimenti oscuri dell'anima, che oggi rappresentano lo stimolo per la ricerca di tecniche più o meno farraginose e incomprensibili non sono assolutamente presenti nelle opere del nostro autore. Tutto è chiaro! Evidente! Fotografico! Naturalistico! In un momento come l'attuale, in cui tutte le arti sono in decadimento (leggi crisi) a causa della smodata ricerca del nuovo, del diverso, del multimediale, ecco immagini chiare che ci trasmettono emozioni pervase di buon gusto. Chi l'ha detto che si fa "cultura" quando per capire cosa ci vuol dire l'artista, dobbiamo scervellarci? La poca chiarezza non fa che confondere la diamantina forza dell'arte che è quella di comunicare "in chiaro". Nel suo sensibile stile, Santo, tratta l'immagine e il suo fruitore con immenso rispetto e senza alcuna violenza nei confronti della realtà.

Michelangelo Condorelli

 
 

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Ho visto molte volte le immagini di questa mostra, vi ho sempre trovato un linguaggio evoluto di grafica, di reportage, di poesia e di sensazioni, che la vita offre e l'osservatore ne fa bagaglio umano e supporto creativo. E' la luce il messaggio dominante, è il segno grafico che incide in ogni elemento, che quasi colora, da dimensione e profondità all'immagine in quello che vedo incastrarsi e intrecciarsi dalle ombre più o meno incise della luce. Certamente queste immagini creano situazioni scelte e ripetibili, ricercate una ad una, mai nessuna a caso. Dunque il fotografo che le vede, le rende a sua dimensione e ne crea un momento per comunicare. Santo è schivo della sua vita artistica, per molto tempo tenuta quasi in sordina tra quello che egli svolge come lavoro e quella che sempre è stata la sua sviscerata passione. In tutto questo, oggi c'è molto di più. C'è la ricerca incessante di comunicare, ma anche la certezza che queste immagini sono il rapporto creativo tra il suo essere quotidiano e il suo vivere razionale. Queste considerazioni espresse in modo sintetico sottolineano che in un momento di esagerata ARTE-FATTA dove tanto c'è di fiction e di computer a farne le spese è l'immagine creativa. Il mezzo meccanico-tecnologico può essere avanzato, anzi meglio che lo sia, ma ciò che non deve mancare è la possibilità di esprimersi osservando all'interno del proprio io. Santo Palmeri è, nel ruolo di osservatore della vita quotidiana, inquieto e da vero artista sente il messaggio grafico e ne trasmette le sue sensazioni. Egli tratta l'immagine con rispetto e ottima tecnica, ci fa entrare con un piccolo spiraglio di luce in una notte profonda e ci restituisce un'immagine movimentata di fracasso giornaliero come se ognuno di noi si trovasse tra quei giovani fuori dalla scuola. E' spontaneo il suo esprimersi per "gruppo" di immagini, ciò crea uno stile ed una maniera ragionata di esporre per tema. E' importante come il taglio fotografico da al soggetto umano, quasi passivo, un ruolo secondario, ma solo alla prima visione. Dopo una ulteriore e attenta osservazione la presenza della figura umana diventa pretesto grafico rilevante che mette in evidenza un aspetto inquietante dell'essere.

Melo Melia